POST IN ELABORAZIONE
CG sono le mie iniziali: una dura, una dolce.
Per un discente che si sta approcciando alla letto-scrittura, i termini “dolce/dura” sono una aggancio valido?
Mi piacerebbe discutere la questione con altri docenti di lingua e spero di averne l’occasione.
Il mio punto di vista
Se ci pensiamo, “dolce/dura” non sono opposti, non creano collegamenti con la stessa categoria sensoriale, presuppongono la condivisione di una “marca” convenzionale rispetto a quel determinato fonema…
Personalmente, ho pensato di proporre, parallelamente a questa tradizionale distinzione, una definizione non convenzionale, basata sul legame immagine-suono e collegata, come per le coppie fonema-grafema presentate in precedenza, ad alcune storie.
Inizialmente faccio notare ai bambini il comportamento simile dei due grafemi: stabiliamo insieme che con “A O U” suonano in un modo e con “E I” suonano in un modo diverso.
Invito poi i bambini a sentire che, in un caso, nell’articolazione del suono viene coinvolta la zona della gola, nell’altro sono maggiormente coinvolte le labbra.
Nel corso degli anni ho sempre chiesto agli alunni che cosa venga loro in mente sentendo i suoni C/G dolci. Quasi sempre la risposta è stata: “una scossa” oppure “come quando freni e fai scintille”.
C/G dolci “danno la scossa”. Ecco, questo è un aggancio abbastanza semplice.
Spesso ho indicato questi suoni come “litigiosi”: fanno baruffa, fanno scintille, danno la scossa. Ovviamente sono le vocali E/I a farli arrabbiare tanto…
Con A/O/U, invece, sono tranquilli.
A questo punto è facile anche introdurre l’H: muta, silenziosa, “taaaanto caruccia” (cit. Anna Marchesini). Amante della tranquillità, si infila volentieri tra i suoni litigiosi per riportare la calma.