Il Gatto Nero

Un gatto nero compare all'improvviso: quale sarà la sua storia?

“Guarda! Sembra il gatto nel quadro a casa dello zio…“

Comincia così, con le parole di Valeria, il percorso dedicato al Gatto Nero.

Osservare

Queste pagine dell’e-book “Mistero d’autunno” hanno acceso la curiosità: *un gatto? da dove viene? di chi è? lo zio? quale zio? **

Ho invitato i bambini a lasciare per un po’ in sospeso la questione “quale zio?” per concentrarsi sul manifesto di Théophile Alexandre Steinlen.

Mentre osservavano l’immagine proiettata alla LIM, ho cominciato a estrarre dalla mia scatola delle sorprese una serie di oggetti che ho distribuito ai bambini, incoraggiandoli a osservarli e a farli circolare tra i banchi.

Come sempre, ho chiesto ai ragazzi di usare tutti i sensi, di concedersi il tempo per osservare e di impegnarsi a cogliere i particolari.

Ho permesso ai bambini di aprire la scatola e di usare il carillon e ho raccolto le loro osservazioni sui materiali, sulla musica, sui colori.

Alcuni hanno posto domande interessanti: da dove vengono questi oggetti? sono vecchi? li hai comprati tutti nello stesso posto?

Da ultimo ho estratto dalla scatola una stampa dell’opera e ho riunito tutti gli oggetti su un unico tavolo.

Ho quindi invitato i bambini ad avvicinarsi per osservare tutti gli oggetti. Qualcuno, più attento ai particolari, ha notato che, nonostante il soggetto fosse lo stesso, le immagini non erano tutte uguali.

Abbiamo parlato di “soggetto”, di riproduzione, di souvenir, di “immagini-simbolo”.

Italiano

Il Gatto Nero - descrizione

Dopo aver osservato attentamente l’opera d’arte, abbiamo provato a descrivere il Gatto Nero, immaginandone le dimensioni, le caratteristiche del pelo, lo sguardo magnetico, qualche particolare legato alle ciglia, alle vibrisse o alla coda.

I bambini si sono accorti di non conoscere “le parole giuste per spiegare” le idee che avevano in mente, perciò abbiamo lavorato sul lessico annotando alla lavagna le parole nuove e leggendo ad alta voce sia le frasi che ci sembravano formulate meglio, sia quelle che avevano bisogno di qualche suggerimento per essere rese complete o “più eleganti”.

Il gruppo di livello avanzato ha affrontato anche il secondo step dell’attività descrivendo il carattere e le abitudini del Gatto Nero.

Per concludere l’attività ci siamo chiesti a cosa stesse pensando il Gatto Nero: perchè aveva quelle sguardo così… “cattivo, magnetico, serio, concentrato, crudele, ipnotico”?

Le rime del Gatto Nero - testo poetico

Abbiamo letto una divertente filastrocca che parlava di streghe, pipistrelli e, ovviamente, di gatti neri.

Ho chiesto ai bambini di provare a dire coppie di parole in rima e li ho lasciati liberi di stabilire se le coppie fossero corrette o meno. Abbiamo annotato le idee alla lavagna e abbiamo analizzato le parole per trovare la “regola per fare rima”.

Abbiamo riletto la filastrocca e notato che le parole in rima si trovano alla fine delle righe (sì, abbiamo anche imparato che le righe di una poesia si chiamano “versi”).

Ci siamo dunque messi alla prova inventando brevi frasi in rima. Qualche coppia ha trovato il gioco talmente divertente da farsi prendere un po’ la mano…

Il Gatto e la scarpa rotta - narrazione

Per concludere il percorso dedicato al Gatto Nero, abbiamo immaginato il nostro micio alle prese con un furbo topolino e una scarpa rotta.

Ciascuno ha scritto un breve racconto e a me, che li ho letti tutti, tocca decretare la sonora sconfitta del povero Gatto…

Arte

L’opera di T.A. Steinlen ci ha affascinati e abbiamo deciso di farne una copia.

Il disegno non è semplice, perciò ho proposto ai bambini di riprodurre la figura del gatto mediante una copia a vetro.

L’attività è stata resa più complessa dalla richiesta di grande precisione: ogni copia sarebbe servita da modello per il compagno successivo.

Lavorare in verticale ha messo in difficoltà alcuni bambini, ma a tutti è comunque piaciuta questa nuova esperienza.

Dopo aver ricalcato con precisione la sagoma del gatto, abbiamo colorato lo sfondo giallo e rosso.

Lavorando con le tempere, ci siamo concessi si colorare completamente il foglio concentrandoci soprattutto sul gesto, sulla direzione e sulla pressione della mano.

Abbiamo lasciato asciugare perfettamente gli sfondi; poi ci siamo concentrati sulla figura del Gatto Nero.

Per prima cosa abbiamo disegnato il cerchio rosso (“l’aureola”) usando un Uniposca e un pennello grosso, asciutto, leggermente intinto nel colore e poi picchiettato velocemente sul foglio.

Quindi abbiamo colorato il gatto con il nero. Rispettare i contorni e riprodurre con precisione i particolari hanno richiesto molto impegno e tanta pazienza.

Infine abbiamo aggiunto i particolari e le scritte. Per questo lavoro delicato abbiamo preferito usare gli Uniposca. Ci siamo anche sforzati di imitare i caratteri usati nel manifesto di Steinlen, ma l’impresa si è rivelata piuttosto complicata…

Prima di esporre i nostri Gatti Neri in atrio, ho deciso di stirare i fogli che risultavano un po’ stazzonati.

Venti gatti che fissano i passanti con sguardo inquietante non passano inosservati e così ai bambini è toccato rispondere alle curiosità dei compagni delle altre classi: un buon esercizio di interazione!

A livello didattico…

Italiano: abbiamo letto e raccontato; ci siamo cimentati nel riassunto, nella descrizione, nella narrazione e nel testo poetico; abbiamo giocato con le rime; abbiamo arricchito il nostro lessico; ci siamo confrontati sulle frasi così da riuscire a esprimere i nostri pensieri in modo comprensibile, corretto e… elegante.

Arte: abbiamo parlato di Art Nouveau; abbiamo osservato linee, forme e colori; abbiamo ragionato sulla capacità delle immagini di trasmettere significati e sensazioni diversi a seconda dell’osservatore; abbiamo riprodotto un’opera d’arte usando le tempere.

Friulano e Inglese: abbiamo imparato le parti del corpo e ci siamo allenati con i colori.

Extra: abbiamo parlato di gatti e di viaggi; ci siamo allenati nel lavoro a coppie e “a cascata”.

Per noi docenti: progettare queste attività richiede tempo e fatica, ma il forte coinvolgimento dei bambini e la ricaduta positiva sull’interazione e sugli apprendimenti ripagano l’impegno. Un paio di giorni dopo l’inizio del percorso, Gioele è arrivato con un misterioso pacchettino che, una volta aperto, ha rivelato due bicchierini con Le Chat Noir portati a scuola perchè: “Sai, maestra, il tuo gatto mi ricordava qualcosa… Poi a casa ho visto che anche la mamma lo aveva preso come ricordo di un viaggio!”. Questo gesto spontaneo del bambino mi fa capire che l’attività non è rimasta chiusa nell’aula: ha viaggiato con il bambino, è stata condivisa con la Famiglia ed è tornata a scuola il giorno successivo un po’ più preziosa. Volete mettere la soddisfazione?

* le parti in corsivo riportano gli interventi dei bambini

Gisella Cossaro

Laureata in Scienze della Formazione Primaria, insegna dal 2003 nella Scuola Primaria.
Il disegno, la cucina e il giardinaggio sono gli hobby che le piace portare in classe.

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