Dalla P alla Z in 12 storie

Racconti, esperienze e qualche spuntino accompagnano l'introduzione delle consonanti.

“Se insegnerò Italiano, vorrei farlo come lei!”

Sono trascorsi molti anni da quando ho avuto il piacere di lavorare con la maestra Rossella Paulitti, una collega che mi è stata d’ispirazione e mi ha regalato una nuova prospettiva dell’avviamento alla letto-scrittura.

La scelta di introdurre le consonanti secondo un ordine personale, diverso da quello del libro di testo, comporta qualche disagio e richiede consapevolezza e convinzione. Il libro di “metodo”, infatti, diventerà uno strumento di supporto, mentre la maggior parte dei materiali e delle attività dovranno essere predisposti dal docente affinché il percorso assuma significato.

Affronto questa avventura per la quarta volta, senza ripensamenti e con tanta voglia di rinnovare e migliorare le attività e i materiali pensati nel corso degli anni. Nessuna classe è uguale alla precedente, perciò anche questa volta, pur mantenendo stabile l’impianto base, adatterò le proposte agli interessi e al ritmo dei bambini.

Decido di dedicare molta attenzione alla percezione e produzione dei diversi fonemi e alla proposta di strategie alternative di riconoscimento basate sulla percezione fisica della posizione di lingua, labbra, guance etc durante la produzione dei suoni. Ogni “unità” si aprirà quindi con un’attività di pronuncia e percezione e con un gioco di brainstorming relativo alla lettera proposta.

Inoltre, per ogni lettera proporrò una attività di disegno guidato per stimolare l’ascolto e, contemporaneamente, le abilità di visualizzazione e rappresentazione di vari soggetti.

Pronti? Partiamo!

Come raccontato nell’articolo “5 vocali, 5 sensi”, le storie legate alle vocali presentavano già alcuni personaggi “ponte” il cui nome inizia con le prime consonanti che andrò a introdurre.

P come PANE

Puzzola Piera viene ad abitare nel bosco, ma tutti la evitano a causa del pregiudizio relativo a certe brutte e maleodoranti abitudini dei suoi simili… Dopo che un provvidenziale “PROOOOT!!!” di Piera avrà salvato Gufo Ubaldo dalle grinfie di Golia (il gatto più affamato che ci sia), gli abitanti del bosco avranno modo di apprezzare la simpatica e profumata Puzzola.

Le nostre parole simbolo sono: pasticcino, pecora, pipistrello, porta, puzzola.

Per cominciare propongo un disegno semplice: il pane.

La “P” è uno dei primi suoni prodotti, è affettivamente legata al “papà” e permette (mediante un semplice affiancamento di sillabe uguali) di creare parole di senso compiuto con tutte le vocali: papa, pepe, pipì, popò, pupù.

Nominare “pipì e pupù” scatena l’ilarità in aula. Ne approfittiamo per leggere alcuni libri che ci fanno sorridere come “Posso guardare nel tuo pannolino?” e “Le mutande di Orso Bianco” e per affrontare con una certa scientifica serietà il vietatissimo tema della… cacca.

Dalla “borsa degli esperimenti” (come amano chiamarla i bambini) spunta una pannocchia. Abitiamo in pianura, in piccoli paesi di campagna, eppure moltissimi alunni non hanno mai osservato da vicino una pannocchia…

Ci prendiamo il tempo per toccare, annusare, descrivere le varie parti della pannocchia. Le nominiamo in Italiano, ma anche in Friulano notando come, a seconda del paese di provenienza, esistano diverse parole per identificare il medesimo oggetto.

Proviamo quindi a disegnare la pannocchia utilizzando tempere, gessetti e pennarelli. Usiamo un pezzetto di plastica con dei bollini in rilievo come timbro per riprodurre la texture del tutolo; con i gessetti ci sforziamo di imitare le sfumature delle brattee scegliendo se rappresentarle verdi o secche; con le tempere e i pennarelli proviamo a disegnare i chicchi di mais. Osserviamo la forma dei chicchi e la loro disposizione in file e cerchi paralleli: è davvero difficile disegnarli in modo realistico!

Le pannocchie sono tutte uguali? Certamente no. Che cosa si può fare con il mais? La farina per la polenta o per alcuni dolci e, ovviamente… i pop-corn!

Osserviamo la differenza tra i due tipi di mais: dimensioni, forma, colore.

Usando l’apposita macchina ad aria calda, prepariamo i pop-corn. Avanziamo ipotesi sul funzionamento della macchina e cerchiamo spiegazioni scientifiche sulla trasformazione del chicco in pop-corn.

Mentre sgranocchiamo i pop-corn (sentendoci un po’ al cinema), rielaboriamo il procedimento utilizzando gli indicatori temporali che stiamo imparando in Storia.

Focalizziamo l’attenzione sul fatto che questa esperienza ha messo in gioco tutti i nostri sensi: con la vista abbiamo raccolto informazioni sul mais, i pop-corn, gli strumenti… con l’udito abbiamo ascoltato il rumore della macchina e lo scoppiettio dei semi; con l’olfatto abbiamo annusato la pannocchia, i chicchi, i pop-corn (a dire la verità il profumo si sente in tutta la scuola…); con il gusto abbiamo percepito il sapore dei pop-corn e del sale; con il tatto abbiamo studiato la pannocchia, i pop-corn, percepito l’aria calda che usciva dalla macchina e sperimentato la differente temperatura di chicchi e pop-corn.

Un po’ a malincuore conserviamo qualche pop-corn per l’attività d’arte: utilizzando carta, nastro adesivo colorato, colla e pop-corn ci divertiamo a creare il nostro barattolo di pop-corn.

M come MOSTRO

Halloween si avvicina e Mucca Monica, la maestra, racconta ai cuccioli di questa festa dalle origini lontane nel tempo e nello spazio. Monica propone poi ai cuccioli di organizzare una festa di Halloween. Pio-Pio e Merlo Maurizio si vestiranno da mummia e da mostro…

Le nostre parole-simbolo sono: mano, mela, minestra, mosca, mummia.

Disegniamo il mostriciattolo che ci accompagnerà in questa Unità.

La storia ci offre l’occasione per parlare delle tradizioni anglosassoni e anche per accennare agli antichi riti celtici di Samhain.

La “M” è un altro dei primi suoni prodotti, è affettivamente legato alle parole “mamma”, “mio” e “mani”.

Parliamo della mamma, le facciamo il ritratto.

Osserviamo le nostre mani, notiamo somiglianze e differenze, giochiamo per scoprirne le possibilità di movimento, impariamo alcuni Mudra (gesti delle mani nello Yoga).

Il libro di testo ha tra i personaggi “Mostro Furio” perciò ci divertiamo a costruire un simpatico mostriciattolo che apre e chiude la bocca.

Utilizziamo cartoncino verde, carta bianca, pennarelli, una molletta da bucato, colla. L’attività è pensata per stimolare l’ascolto, la precisione, la pazienza, la tenacia. Alla fine della giornata portiamo a casa il nostro Mostro preparandoci a giocare qualche scherzetto…

Mettiamo nuovamente in gioco i nostri sensi: dalla “borsa degli esperimenti” questa volta esce una melagrana. Osserviamo il frutto, il ramo a cui è appeso, le foglioline, le spine. Notiamo la “corona” e scopriamo che i “peletti” al suo interno altro non sono che i resti del fiore del melograno. Usando lo smartphone cerchiamo un’immagine del fiore perchè molti bambini non lo hanno mai visto. Apriamo quindi il frutto e osserviamo i grani rossi, la parte bianca e spugnosa e quella sottile come una pellicola. Annusiamo e assaggiamo, scoprendo che i grani sono succosi, aspri, ma dolci e che al loro interno c’è un semino duro.

Proponiamo un esperimento. Chiediamo ai bambini di disporre alcuni grani tra due fogli di carta bianca; li invitiamo a schiacciarli con forza; suggeriamo di osservare bene il colore degli schizzi e scattiamo una foto; a intervalli regolari, torniamo a controllare il colore: ci accorgiamo che, con il trascorrere del tempo, esso vira dal rosso al blu. Spieghiamo in modo molto semplice il fenomeno dell’ossidazione.

Cominciamo a proporre parole formate da due sillabe diverse e invitiamo i bambini a leggere e scrivere usando i caratteri mobili sulla Lavagna di feltro.

L come LUNA

Lince Luisa (ex Lucia) ha una vista fenomenale: le basta una raggio di luna per individuare lombrichi, lumache e lucertole a distanze incredibili! Luisa ama la luce argentea, dolce e tranquilla della Luna. Anche a Lupo Ugo piace la Luna, ma… solo per divertirsi a ululare!

Le nostre parole-simbolo sono: latte, lepre, limone, loto, luna.

Disegniamo la Luna e, visto che Halloween è passato da poco, i bambini insistono per affiancarle un pipistrello e una streghetta.

Le giornate si accorciano; è tornata l’ora solare. Uscendo da scuola, al pomeriggio, ci capita di vedere la Luna che si staglia nel cielo che scolora. Parliamo del nostro satellite, del 50° anniversario del primo sbarco sulla Luna, delle missioni spaziali, della Stazione Spaziale Internazionale e anche di Margherita Hack, a cui è intitolata la nostra scuola.

Proponiamo una serie di indovinelli figurati per sostenere l’ascolto; introduciamo l’idea di “aggettivo” e ne cerchiamo alcuni adatti a diversi oggetti; sfidiamo i bambini a scrivere parole sempre più lunghe usando i caratteri mobili sulla Lavagna di feltro.

T come TOPO

Talpa Tamara dev’essere lontana parente della maestra Gisella: ha un buon udito, un naso capace di riconoscere ogni odore, ma… una pessima vista! Un giorno inciampa in un paio di occhiali e…

Le nostre parole-simbolo sono: tana, temporale, timo e timone, torre, tutù.

Molti hanno visto il film d’animazione “Ratatouille” perciò proviamo a disegnare il famoso topolino Remy insieme a una bella fetta di torta.

Nel giardino della scuola è facile scoprire le tracce del passaggio di qualche talpa… Parliamo di questo animale e di quanto sia difficile vederne un esemplare. Racconto ai bambini di quanto sia soffice la pelliccia delle talpe. “Soffice come, maestra?” “Soffice come… una carezza!” Passo a sfiorare con le dita il palmo delle loro manine e nasce così la “Carezza della Talpa”, un gesto tutto nostro che ci coccola, rassicura, calma, rincuora nei momenti in cui ci sentiamo agitati, stanchi o ci mancano un po’ mamma e papà.

Cominciamo a leggere piccole frasi e giochiamo con le sillabe mobili per creare nuove parole.

R come RANA

Povero Istrice Igor… I suoi cugini ricci stanno trascorrendo qualche giorno a casa sua e dormire è diventato impossibile: Remo russa come una ruspa e Rita si rotola tra i rami rotti. Niente paura, ci pensa Asino Arturo: due bei tappi per le orecchie e buona notte!

Le nostre parole-simbolo sono: ramo, regalo, riccio, rosa, ruota.

Ci siamo divertiti molto nei primi giorni di scuola a giocare con le rane-origami create dal maestro Mirco: il nostro disegno, perciò, sarà proprio una rana. Ok, sì: anche un rospo va bene.

A volte ci capita di incrociare un riccio: i bambini raccontano con entusiasmo i loro incontri ravvicinati con questi animali.

Ricostruiamo la storia mediante il dettato corale: le idee di ciascuno contribuiscono a formare via-via il testo; l’attività stimola il lessico, la costruzione della frase, la memoria (sia per ricordare la storia con la quale il dettato deve essere coerente, sia per non ripetere / contraddire quanto detto dai compagni).

S come SCRAT

Scoiattolo Siro è uno specialista nello sbagliare strada. Menomale Lepre Eloisa e Talpa Tamara lo incontrano mentre parte per un giretto d’esplorazione. Dopo essersi messe le zampe nella pelliccia, avvertono Puzzola Piera (fresca di nomina a sentinella del bosco) che riesce a scovarlo nel bosco scuro e a riportarlo sano e salvo dagli zii Sara e Simone che abitano proprio lungo il sentiero.

Le nostre parole-simbolo sono: salame, serpente, sirena, sole, succo.

Ah, gli scoiattoli… Basta nominarli e di sicuro qualcuno ha già gli occhi a cuoricino…

Per l’occasione ci accompagna lo scoiattolo più amato dall’Era Glaciale ad oggi: il mitico Scrat!

Parliamo di cibi e gusti personali, di rettili e dinosauri, di realtà e finzione, di mare, sirene e paguri.

Con molto impegno partecipiamo, insieme ai compagni delle altre classi, alla preparazione delle stelle in carta riciclata che serviranno a decorare l’atrio della scuola.

Per concludere ci divertiamo a creare un serpente-mobile: coloriamo, ritagliamo, aggiungiamo un filo e lasciamo che il serpente sia libero di girare, mosso dal minimo soffio d’aria.

N come NAVE

Nibbio Norberto parla solo in rima e ama fare indovinelli strani. Sembra un tipo scontroso e perciò i cuccioli cercano di stargli bene alla larga. Un’improvvisa bufera di neve, però, rende il nido di Norberto un accogliente rifugio. Complice una merenda a base di noci e Nutella, Nibbio Norberto entra far parte della banda del bosco…

Le nostre parole-simbolo sono: Natale, neve, nido, note, nuvola.

Rappresentiamo la nave nominata da Norberto in uno dei suoi difficilissimi indovinelli.

Cominciamo a pensare al Natale e a sognare la neve. Qualcuno fa già progetti di grandi pupazzi (magari!).

Ci concediamo una mattinata speciale. Dopo aver visualizzato e raccontato come si prepara un panino alla Nutella, lavoriamo in gruppi autonomi.

Ogni gruppo rielabora sul quaderno il procedimento di preparazione: individua gli strumenti utili a ogni azione, legge e riordina le 6 frasi-fasi ragionando sulla sequenza temporale.

Un gruppo alla volta, con l’aiuto della maestra, mette in pratica il procedimento:

procurare gli ingredienti

selezionare gli strumenti

affettare il pane

aprire il barattolo della Nutella

raccogliere la crema con il cucchiaio

spalmarla con il coltello sul pane

chiudere il panino con un’altra fetta di pane.

Al termine dell’attività ci lecchiamo i baffi (e non solo…): che bello preparare la merenda con le proprie mani!

Proponiamo ai bambini alcune sfide: risolvere indovinelli, pensare e scrivere parole con un determinato finale, leggere in autonomia alcune frasi, riordinare un breve testo, lavorare in piccolo gruppo valorizzando le competenze di ogni componente.

V come il VISO di VALERIA

Volpe Vittoria è una gran chiacchierona e racconta un sacco di storie, alcune vere e altre no. Le amiche Eloisa, Luisa e Tamara ridono di gusto nel sentirla raccontare che “il vaporetto è un trenino” o che “a Venzone ci sono i vampiri”. Oggi, però, Vittoria è silenziosa e ciò preoccupa le sue compagne. La Volpe ha un segreto: ha stretto amicizia con un’umana. Tranquilla, Vittoria: zampe sul cuore e… “Stella lontana, stella vicina, questo segreto resta in cucina!”

Le nostre parole-simbolo sono: vaso, vento, vite, volpe, vulcano.

Facciamo il ritratto di Valeria ponendo molta attenzione agli indizi presenti nella storia: occhi verdi, maglia viola…

In precedenti occasioni, ho proposto anche la ricostruzione di un puzzle per scoprire il volto di Valeria/o (il genere dipende dalla scelta dei bambini), ma questa volta gli alunni dimostrano di avere chiaro lo schema del viso e preferisco concentrarmi sul disegno fornendo le prime indicazioni relative alle proporzioni.

Osserviamo i nostri visi, prendiamo le misure con le mani, usiamo parole per descrivere i particolari. Parliamo di amicizia e segreti.

Restiamo affascinati dalla bellezza de “La volpe e la bambina” di cui guardiamo un breve spezzone.

B come BOLLE

Ammettetelo: se ve ne capita l’occasione, qualche bolla di sapone vi piace farla!

Anche a Bruco Basilio piaceva fare le bolle di sapone e le barchette per giocare a battaglia navale. Basilio, però, è misteriosamente scomparso! Siro e Igor cercano nel bosco coperto di brina il Bruco blu venuto dal Belgio, ma di lui non c’è traccia. “Come no?!” esclama Gufo Ubaldo mostrando ai due cuccioli un bozzolo di seta tessuto intorno a un ramo. Ecco Basilio! Mentre il Bruco si prepara a diventare farfalla, Siro e Igor fantasticano sul letargo ormai vicino.

Le nostre parole-simbolo sono: balena, berretto, bicchiere, bocca, busta.

Il disegno questa volta è semplice: raffiguriamo le bolle di sapone provando a trasmettere l’idea di tridimensionalità.

A grande richiesta, disegniamo anche Akira (il cane della maestra) mentre esclama: “Bau!”

Proponiamo indovinelli figurati e giochi linguistici sempre più complessi.

F come FUNGO

C’era da aspettarselo: con tutta la pioggia delle ultime settimane, il prato della scuola si è riempito di funghi. Elia ci rassicura: non si tratta di Amanita muscaria!

Anche la bellissima Farfalla Fiammetta dalle ali color del fuoco è alle prese con funghi e foglie appassite… Falco Fiorenzo non sopporta di vedere Fiammetta così triste senza i suoi fiori e la stupisce con un mazzo di fiocchi di neve sottili come filigrana d’argento. La famiglia del bosco festeggia i due fidanzati con una grande festa con tanto di fuochi d’artificio.

Le nostre parole-simbolo sono: fantasma, fenicottero, fiore, foglia e fontana, fulmine.

Rappresentiamo un fungo e abbelliamo la pagina con una cornicetta a tema “farfalla”.

Ci divertiamo con la canzone-gioco “Sono un fungo velenoso”.

Proviamo a rielaborare la storia ascoltata scrivendo un breve testo illustrato.

Tra le attività proposte, una sempre gradita dai bambini è quella della creazione di figure simmetriche mediante il ritaglio di carta da collage: farfalle, uccellini, fiocchi di neve aiutano ad allenare occhi e mani in attività di motricità fine.

D come DELFINO

Anche nelle storie, ormai, si sente aria di Natale…

Daino Danilo, con l’aiuto di Valeria, prepara i doni da distribuire agli amici. Valeria ha preparato magnifici disegni dei decori che vorrebbe realizzare con il Das. I due amici si mettono all’opera con la pasta da modellare, ma Danilo con i suoi zoccoletti combina un disastro dietro l’altro. “Se avessi dieci dita come te!” esclama il Daino disperato. “Se avessi anch’io quattro zampe veloci come le tue!” replica Valeria. I due, allora, si dividono i compiti: Valeria preparerà i doni e li confezionerà con il nastrino dorato, Danilo correrà a distribuirli agli amici. Prima, però, scriveranno una dedica, magari usando qualche parola difficile.

Le nostre parole-simbolo sono: dado, denti (che dondolano!), divano, dono, due.

L’inverno si avvicina, ma qualcuno non ne vuole sapere e pensa al mare: la prossima estate riuscirà ad avvistare un delfino? Ci piace sostenere i sogni e perciò ci impegniamo a disegnare il cetaceo. In fondo alla pagina proviamo a scrivere tutti i numeri entro il 20 che cominciano con “D”.

Quasi tutti hanno preparato l’albero di Natale: raffiguriamo la nostra decorazione preferita per mostrarla ai compagni.

Insieme ai compagni della Prima B e della Seconda partecipiamo ai laboratori per creare i nostri decori natalizi.

Z come ZUCCA

Zac! La trappola scatta e lo strano animale a strisce che si aggira per il bosco viene catturato. Zaira, una zebra sfuggita ai bracconieri, commuove tutti con le sue disavventure. I suoi nuovi amici la invitano a trascorrere il Natale alla fattoria e le regalano tutto l’occorrente per ritrovare la strada di casa.

Le nostre parole-simbolo sono: zanzara, zebra, zitto!, Zorro, zucchero filato.

Trappola nella storia, protagonista di tante feste del nostro territorio, apprezzata dai mini-buongustai: raffiguriamo la zucca.

I nostri racconti spaziano dalle zecche allo zenzero, dagli zoccoli allo zabaione, dagli zii alle zeste.

Riscopriamo parole antiche: zufolo, zangola, zampogna. Andiamo a scoprire se nel presepe della scuola sia riuscito a trovare posto uno zampognaro. Buone vacanze!

A livello didattico…

Italiano: abbiamo ascoltato, prodotto, scritto e letto molte consonanti; ci siamo allenati nell’ascolto e nella capacità di esporre il nostro pensiero; abbiamo scoperto le doppie e i segni di punteggiatura; siamo passati dalla lettera, alla sillaba, dalla parola, alla frase.

Friulano e Inglese: abbiamo parlato di feste e tradizioni lontane nello spazio e nel tempo.

Arte: abbiamo disegnato tanto e manipolato diversi materiali per creare piccoli oggetti.

Storia: abbiamo utilizzato i connettivi temporali per comprendere e ricostruire sequenze temporali.

Scienze e Tecnologia: abbiamo osservato il fenomeno dell’ossidazione e il funzionamento di alcuni strumenti ed elettrodomestici.

Scienze: abbiamo utilizzato i 5 sensi per compiere esperienze, osservare, raccogliere informazioni, verificare ipotesi.

Extra: abbiamo parlato di capacità, pregiudizi, giustizia, giochi, fidanzati, simpatia, generosità, bugie e segreti; abbiamo scoperto la bontà di una merenda preparata con le nostre mani; ci siamo sentiti parte di una squadra più grande durante i laboratori a classi aperte.

Gisella Cossaro

Laureata in Scienze della Formazione Primaria, insegna dal 2003 nella Scuola Primaria.
Il disegno, la cucina e il giardinaggio sono gli hobby che le piace portare in classe.

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